nota sul film: Refugee's Welcome

Bruce LaBruce cresce e dirige le scene di sesso più piccanti della sua carriera. Ci fa anche riflettere sul significato di ciò che facciamo a letto e sul tipo di guarigione che il sesso può offrire.

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Ultimo aggiornamento il Settembre 11th, 2019 al 08:44 pm

L'accoglienza dei rifugiati
Diretto da Bruce La Bruce
Germania, 2017

Ha Bruce La Bruce finalmente cresciuti?

Se non fosse per l'accredito all'inizio di questo cortometraggio di 22 minuti prodotto per XConfessioniNon sarei mai stato in grado di capire chi l'avesse diretto. Certo, ci sono skinhead e sesso vero e non simulato - il più piccante che abbia mai diretto - ma dove sono gli zombie? Le tattiche shock a basso costo? Le pretese da outsider? Le battute da cinefilo che strizzano l'occhio?

Non si trova da nessuna parte.

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Ok, c'è un po' di tutto questo, soprattutto nel colpo di scena finale; ma per lo più si tratta di un film tenero e umanista, che propone il sesso come ponte tra i mondi politici, sociali e personali, come un bacino di affinità specificamente gay da cui attingere forza.

Un simpatico e un po' gemello rifugiato siriano (interpretato da un ottimo Jesse Charif) vaga per Berlino alla scoperta della sua nuova casa. Si imbatte in un bar dove un punk muscoloso e tatuato sta leggendo poesie. (Tra i tatuaggi c'è anche il logo dei Guns 'n' Roses) Ho riconosciuto che la lingua che parlava era il ceco. Più tardi scopriamo che è di CR. ("Anch'io sono uno straniero", dice al Rifugiato). Stando sulla porta ad ascoltare, il ragazzo siriano viene subito notato dal Punk. I due si guardano negli occhi, ma il rifugiato si allontana rapidamente, un po' innervosito. (Tra l'altro, non conosciamo mai i loro nomi).

Tornato a vagabondare, viene aggredito da una banda di skinhead, che altro. Il Punk interviene come un eroe d'azione e lo salva, regalandogli alcuni momenti comici, poi lo riporta a casa per curarlo.

Il Punk si occupa di lavare i piedi, il che porta, ovviamente, all'adorazione dei piedi, e poi a una scena di sesso bollente e a due sborrate. Per me, tuttavia, la cura, l'attenzione e l'umiltà con cui il Punk lava i piedi al Rifugiato evocano un senso di rituale religioso e un invito alla comunione.

Il fatto che segua logicamente una scena di sesso soddisfacente rende il gesto radicale. Non è il tipo di rivelazione che di solito abbiamo nei film gay con sesso reale, come in Voglio il tuo amoreEloi & Biel, oppure Distrutto. È un gradito passo avanti da parte di un regista non noto per aver portato avanti solo le idee più pedestri, anche se nominalmente underground, sul significato di ciò che facciamo a letto e perché.

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